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Stadio successivo

from Stadio Successivo by Giovanni Peli

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about

Come da tradizione ecco la title track: qui il titolo della canzone assurge a emblema di una nuova fase sentimentale, una svolta (di che tipo non si sa) nella relazione. Quando Stadio successivo diventa titolo dell’album, dell’intera raccolta di visioni/canzoni, ecco che giocoforza diventa simbolo di un più generale cambiamento, e, per me, è soprattutto il cambiamento di atteggiamento nei confronti dell’attività artistica stessa, un nuovo e speciale senso di libertà, con una sorta di corazza che si forma quando si è capito chi si è, o per lo meno, cosa si è in grado di fare e perché.
Il cambiamento di cui parlo, con diverse sfumature, l’ho descritto in un recente poemetto in quattro parti che, coerentemente con queste riflessioni, non potrebbe essere pubblicato in nessun “vero e proprio” libro di poesie, non mi interessa nulla che sia “vero e proprio”, e così lo riporto qui:


ULTIMA SEQUENZA DEL DIALOGO


I

… dall’alto scendendo attenti e veloci
simili alle poiane in tuffo
abbiamo toccato il vuoto come è fatto
e certo non ci bastava
perché alle parole non c’è rimedio
allora a terra, fatto scempio delle prede
non bastava raschiare con artigli evoluti
fino alla polpa della terra offesa
sanguinante come capretti
più giù dove potevano aprirsi ossa di materiale duro
grotte in cui lanciavamo i pensieri
per orientarci con il loro freddo suono.
Lì abbiamo riaperto casi risolti con dignità
ricordato dialoghi non collimanti
ipotizzato verità alternative, ma sempre sbagliate.
Nella pura falsità, nella poesia,
ci siamo chiesti che cosa, oggi, valesse la pena raccontarsi.
Dove siamo più nudi, anche lì,
una frase vale l’altra.


II

… dall’altra parte non c’è niente
e così appese le giacche in cima
nascoste bene le borse sotto il tavolo
inciso perché è legno
sporco perché è nostro
tutto promette un gioco e il dialogo, la rincorsa inutile
anche il vento non incede più e la vespa
non spera e bolle l’acqua quando la canzone
è ripresa, non si è mai fermata, ti dico, c’era già
l’odio e il demolire chirurgico sono ancora accesi
dopo il film, a seguito delle divergenze di opinione
nostre, per sempre seppellite dalla cara vicinanza
sono il triplo sopra il limite consentito
come l’amore c’era anche prima
il ritmo dell’invasione c’è già, c’è sempre stato
battiamo le mani e pestiamo
perché è il duro che ti voglio dire,
ancora senza silenzio e senza mordere.



III

… ecco le cose come stanno:
nessun poeta può dire dei corpi
infiammati dal sesso e dai pensieri
la sera nuda ormai leggeri
come uccelli già spariti che erano qui
oltre la palla di luna di gas di scarico,
nessun bugiardo può dire
della nostra illimitata gioia annullamento
vorace silenziosa cieca vita
che toglie il velo pezzuola sporca
alla crudeltà del tempo,
e così incallito lo guardiamo segnare
in altri volti il disperato e vile gioco
del contemporaneo nero macello.
Per questi motivi finisce appena,
e sembra troppo infantile,
l’asfissia del tormento letterario
e anche il gioco delle classi agiate.
Siamo via, felici, senza scambi di frasi.


IV

… il lupo è vicino
un andamento astioso fatto di cerchi,
l’anima stremata, visibile, odora di sangue
trova sollievo nella neve
non abbiamo mai sopportato il freddo
non l’abbiamo capito, in alcun modo, noi
guardiamo l’animale negli occhi, incede,
deciderà lui la velocità del tuono
la durata del tempo e le immagini che ricorderemo.
Altri cerchi su in alto, incombenti
quando i lati del possibile si stringono sempre di più
prima di toccare la nostra volontà
i rapaci gridano contro gli alberi e le rocce
il loro stridore teso e preciso
rimbalza dentro il nostro dialogo,
eppure io e te rispondiamo allo stesso modo a questi stimoli
incapaci tra pontili e sottopassi e decisioni pressanti
… ma ecco! Sorge un’idea vaga che seduce
buttiamo giù le case!
Fermiamo la produzione!
Esistere è l’accerchiarsi di motivazioni
mettere la parola fine da qualche parte
organizzare giornate di caccia e calcolo
di passi ritmati e una serie di parole scelte
ripetute in false preghiere
sapendo che saranno inutili:
il nostro tempo è passato nel migliore dei modi
e sarà presto dimenticato.

lyrics

Non parlo da mesi
e tutto è finito nel buio.

Il contenuto di verità del buio
sperando fosse
un’esperienza solo mia
e rifiutando di parlarti e di cantarti
tu…
che potevi ben rispondere e salvarmi
mi hai lasciato con la tua burbera delicatezza
e mi dicesti “non perder tempo
tra lacrime e seduzione”
e mi dicesti “Nulla si rompe più nella gola
nulla si rompe più nella gola”.

Persistente mantenendo come animali
un registro più consono
e sono passati così gli anni
e siamo come si suol dire allo stadio successivo
e se non sarà il prossimo sorriso
gli uomini non cambieranno mai…

Mentre si fronteggiano due entità
mentre fra i tuoi capelli respiro
mentre si fronteggiano due entità
mentre fra i tuoi capelli respiro

Non dormo da mesi
e tutto è finito nel buio.
Non parlo da mesi
e tutto è finito nel buio…

credits

from Stadio Successivo, released December 16, 2022

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Peli Giovanni Brescia, Italy

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